All’interno della prestigiosa Fiera del Peperoncino di Rieti, sabato 31 agosto presso Spazio Italia, si è svolta una conferenza che ha messo al centro volontariato, istituzioni e comunità come leve per affrontare le grandi sfide sociali del nostro tempo: la solitudine, la fragilità, il diritto alla cura e l’ascolto dei giovani.
L’apertura: il volontariato come forza del “noi”
A introdurre i lavori è stata la Dott.ssa Maria Sara Feliciangeli, presidente di Angeli in Moto, che ha scelto di aprire con le parole di Don Milani:
“Il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è politica. Sortirne da soli è avarizia.”
Feliciangeli ha ricordato come il volontariato sia, prima di tutto, una comunità che si muove insieme per non lasciare indietro nessuno. Non solo servizi, ma gesti concreti di giustizia e speranza: una consegna, una visita, un ascolto.
La solitudine come emergenza sociale
Dott.ssa Giovanna Palomba, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Rieti, ha presentato il progetto “Mai più soli”, sottolineando come la solitudine non sia più una condizione individuale ma una vera emergenza sociale.
Dati alla mano, ha mostrato come vivere soli raddoppi il rischio di depressione e aumenti del 30% la mortalità precoce. Il progetto punta a ricostruire legami: sportelli di ascolto, reti di prossimità, sostegno concreto a chi non ha famiglia.
“La solitudine – ha ricordato – non si combatte con i numeri, ma quando una persona si sente guardata e riconosciuta.”
Farmaci a domicilio: una buona pratica
Dott.ssa Emma Giordani, Direttore UOC Politica del Farmaco e dei Dispositivi Medici della ASL di Rieti, ha illustrato l’esperienza della consegna dei farmaci a domicilio per malati gravi e fragili. Una pratica che non è solo logistica ma anche gesto di cura, capace di garantire continuità terapeutica, ridurre ricoveri evitabili e combattere la solitudine.
In questo modello, ha sottolineato, il volontariato diventa ponte tra istituzioni sanitarie e cittadini.
Fondazione Varrone: dal territorio alla Nazione
Dott.ssa Maria Rita Pitoni, membro del CdA della Fondazione Varrone, ha ripercorso i progetti dell’ente per contrastare la povertà educativa, promuovere inclusione e sostenere la fragilità.
Ha evidenziato come oggi sia necessario mettere a sistema risorse ed esperienze, trasformando l’impegno sociale da bene individuale a responsabilità collettiva.
Giovani e ascolto nel rumore del mondo
Il psicoterapeuta Dott. Massimo Grandi ha affrontato il tema delicato del disagio giovanile, aggravato da ansia, isolamento digitale e instabilità sociale.
Ha richiamato dati allarmanti: il suicidio è la seconda causa di morte tra i 15 e i 24 anni, mentre il cyberbullismo colpisce quasi un quarto degli adolescenti.
La risposta, ha detto, non può essere solo medica: servono relazioni significative che sappiano ascoltare e accogliere. Volontari, educatori, comunità possono diventare figure di fiducia.
“Quando ascolti un giovane – ha concluso – non gli salvi solo il presente, ma gli apri il futuro.”
Le conclusioni: costruire comunità solidali
La conferenza si è chiusa con una consapevolezza condivisa: nessuno può affrontare da solo le fragilità del nostro tempo. Serve la sinergia tra istituzioni, volontariato e cittadini per trasformare l’isolamento in comunità, la fragilità in dignità, il bisogno in occasione di incontro.
Un plauso particolare è andato a Fiorenzo Francioli ed i suoi volontari AIM di Rieti che, con impegno e dedizione, hanno reso possibile la realizzazione dell’evento: dalla logistica all’accoglienza, dal coordinamento alle testimonianze. La loro presenza discreta ma fondamentale ha dato concretezza ai temi discussi, trasformando la teoria in esperienza viva.
In un luogo di festa come la Fiera del Peperoncino, l’iniziativa ha ricordato che il vero calore non è quello delle spezie, ma quello che nasce dalla prossimità e dalla solidarietà.